Vetri e cristalli in cucina

Il bicchiere è legato a numerosi eventi: Platone lo dona a Socrate come oggetto della vita; Giovanni d’Arimatea ci raccolse il sangue divino, e così tanti altri ancora. Nel XVII secolo Venezia primeggiò per i suoi vetri con Girolamo Magagnati come esponente fino a quando in Francia, Inghilterra e Boemia, la chimica e la meccanica, sostituiscono la lavorazione artigianale e quella del soffio (ancora in uso a Murano).

Per ogni bevanda c’è il suo bicchiere, affinché questo ne esalti le qualità; i vini bianchi si gustano in calici a stelo lungo, quelli rossi in bicchieri più ampi, lo champagne e lo spumante in coppe.
I bicchieri, come i vetri in generale, riflettono luce facendo risaltare la loro trasparenza, quindi necessitano di un’ ottima pulizia (acqua + gocce di ammoniaca o aceto, asciugati con un telo di lino).

All’interno di un soggiorno vi occorre una buona illuminazione, quasi sempre data da un lampadario più grande posto al cento e luci più soffuse negli angoli.
In commercio se ne trovano di svariati tipi con colori, dimensioni, forme e prezzi diversi; se accostati bene con gli arredi danno un tocco di personalità anche in ambienti con mobili non di pregio.